venerdì 16 aprile 2010

news-letter_2_'10

Da qualche giorno i consultori familiari, nella nostra Provincia, sono al centro dell'attenzione delle Pubbliche Amministrazioni e dei mass-media, per via di una delibera regionale (la n. 735 del 15-3-'10) che rivoluziona la geografia di essi e anche di alcune modalità di organizzazione, quale ad esempio il fatto che lo psicologo che fino ad ora disponeva di n. 38 ore settimanali per ogni sede consultoriale, dovrebbe passare ad averne solo 19 per ogni sede, con conseguenti ripercussioni sulle attività da svolgere che non potrebbero più essere quelle di prima.

Verremo a sapere probabilmente che in riferimento alla geografia, la mossa strategica della Regione è di creare un sommovimento di opinione e di interesse sul fatto che le attuali sedi dei consultori sono per la maggior parte del tutto inadeguate. Per quel che riguarda il nostro Distretto: Casarano ha la sua sede in un appartamento al secondo piano di un palazzo di via Padova, senza ascensore e con scala ripida e non sufficientemente illuminata; Parabita è privo di ambulatorio ginecologico, pertanto le donne per visite e screening del pap test devono recarsi a Collepasso; Taurisano è in attesa di una nuova sede che comunque non sarà molto spaziosa, mancando perfino di una sala di attesa. Ruffano e Collepasso sono sedi di punti di accoglienza, ed hanno le strutture adeguate per quel che occorre. La sede di Matino non compare del tutto nella delibera citata. Staremo a vedere che succederà, ma intanto per quel che si può, si cerca di favorire perlomeno delle utili informazioni in merito, qui reperibili

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Specificatamente alle tematiche consultoriali preme far presente:
- la partecipazione agli screening è ancora relativamente scarsa; siamo mediamente al 25% per i pap test e al 35 % per il senologico. E' vero che è ancora da poco che questi sono stati avviati e che non sono stati probabilmente ancora integrati nella nostra cultura, ma per farlo occorre estendere la proposta, farla conoscere, far presenti le grandi opportunità di carattere preventivo che essi hanno.
- Nel nostro Distretto, ogni anno, circa 300 donne ricorrono all'interruzione volontaria di gravidanza (I.V.G.). Una essenziale conoscenza delle tecniche contraccettive potrebbe favorire delle scelte procreative responsabili e quindi una ulteriore diminizione delle I.V.G..
Possibili correlazioni con le seguenti pagine web:
informazione contraccettiva


documentazione sul fenomeno IVG

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Sarebbe bello rendere più frequenti queste corrispondenze, mi scuso per non riuscire a farlo più spesso; ma anche l'apporto di contributi e proposte di chi riceve potrebbe favorire una sollecitazione a incrementare gli inoltri di queste. Il principio cardine da cui questa iniziativa prende le mosse è che a fronte di molteplici difficoltà e probelmi connessi con l'organizzazione della vita, oggi, quel che appare più urgente è il creare connettività sociale, a fronte del fatto che i tradizionali legami che connaturavano un tempo l'insieme sociale, oggi appaiono purtroppo scarsamente valorizzati o si rivelano comunque del tutto insufficienti.

Sarebbe bello che i vari siti delle Amministrazioni Locali dei nostri Comuni ed anche quelli che hanno valenza sociale nel territorio, in ciascun Comune, aprano degli spazi informativi su questi temi. Chi realizza ciò è invitato a darne notizia a questa redazione; così come anche chi desidera consulenza in merito ai messaggi da veicolare può farlo. Il contatto iniziale si può prendere lasciando un messaggio alla segreteria telefonica: 0833--51 90 99

A seguire aluni temi e segnalazioni connessi alla specifità di questa corrispondenza:
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Genitori colpevoli, catarsi collettiva di Luigi D'Elia - Psicologo
Sul Corriere della Sera del 4 Febbraio 2010 compare il seguente articolo: "Ragazzini violentatori. Condannati i genitori". I giudici affermano: "è mancata l’educazione ai sentimenti". Il Tribunale civile impone un risarcimento di 450 mila euro a danno dei genitori dei minori violentatori di una dodicenne. Leggendo questo articolo, ci addentriamo, nelle motivazioni sottese alla decisione del giudice (prosegui la lettura)


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ringrazio vivamente il mio Collega Adriano Alloisio per l'autorizzazione a pubblicare questo suo interessante intervento:

su playstations e affini

So di non dire nulla di nuovo, e prendete questa mia come uno sfogo dopo un'ennesima sollecitazione da sedute con giovani mamme ignare.

L'uso ripetitivo di playstations e affini da parte di bambini e adolescenti fa rimpiangere le ore trascorse davanti ai cartoons. Infatti non si tratta soltanto di indurre passività e dipendenze, ma di cortocircuitare l'emozione e l'immagine mediante un'azione in prima persona, possibilmente rapida, fulminante, che cancella ogni possibilità di distanza e filtri riflessivi, saldando una realtà virtuale con l'Io.
Non ci sono più le caratteristiche del 'gioco'. Amiche psicomotriciste mi raccontano come l'ipercinesi si manifesti - e venga amplificata - con l'identificazione gestuale e vocale con mostri ed eroi (o bulli), non più imitati ma rivissuti in prima persona attraverso la trascorsa azione così realistica, tale da imprimersi come un marchio a fuoco, che invade poi la relazione con il mondo.
L'ipercinesi sembra impastarsi allora con manifestazioni di tipo psicotico.
Perchè un conto è identificarsi con un modello per via imitativa, altra cosa è 'essere' quel modello grazie alla combinata azione-emozione.
Prendiamo i videogames a prevalente contenuto violento: non è solo che essi insegnino la gratuità di una violenza priva di resipiscenze, come di solito vengono commentati. Ma modificano la relazione dell'Io con l'esperienza che esso ha di sè: il personaggio giocato in prima persona sullo schermo non è un'avatar', ma un'incarnazione dell'Io, semplificato in una gamma elementare di emozioni e di gesti, gamma che tornerà indietro a costituire l'identità del bambino (e non un suo sogno, o una sua possibilità), cancellando il solco tra il reale e l'immaginato. Solco che una volta veniva definito dall'uso dell'imperfetto nell'autoracconto che accompagnava il gioco: "io ero un pirata, tu eri la principessa..." Qui non c'è racconto possibile.

In genere i padri colludono entusiasticamente con questo passatempo che li porta 'a fianco' dei figli. E anche se i genitori fanno rispettare qualche regola relativamente al tempo impegnato in queste attività, i bambini trovano nelle case degli amichetti quello che in casa propria verrebbe un po' più controllato.
La mia impressione è di una marea senza possibilità di argine, e dalle conseguenze incontrollabili. A meno (mah) che non si diffonda un'informazione capillare, e che i genitori, opportunamente educati, non facciano rete, creando un contesto appropriato.

Adriano Alloisio
psicoterapeuta analista
adalloisio@libero.it

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segnalo :

Condivisione dell’idea che il tempo della vita meriti di essere vissuto con consapevolezza e passione, anche se la cultura di massa, i rituali sociali, i percorsi educativi spesso limitano le potenzialità individuali e le possibilità di incontro fra le persone.


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Sito dedicato a tematiche
sociali e sanitarie - servizi - terzo settore - informazioni e documentazioni

In questa pagina dello stesso sito una serie di articoli tratti da Prospettive Sociali e Sanitarie
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Appello per la "Musica" nei Licei
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