mercoledì 21 gennaio 2009

a Salvatore Nuzzo

Caro Salvatore, in questi giorni è intercorsa fra noi una corrispondenza in merito al Tuo articolo “Il Consultorio Familiare nel Piano di Salute 2008-2010 della Puglia”, in cui fra l’altro, affermi: <<Altrettanto diretta, chiara ed esplicita risultava la definizione di Consultorio Familiare contenuta nel Piano Sanitario Regionale 2002-2004: un servizio che fornisce «la necessaria collaborazione agli enti locali, alle autorità giudiziarie e agli istituti scolastici per i problemi connessi al maltrattamento, al disagio, all’abbandono, alla devianza dei minori» e realizza «interventi per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del maltrattamento e della violenza sui minori e sulle donne, attraverso l’attuazione di progetti integrati sociali e sanitari che coinvolgano i diversi servizi interessati presenti nella comunità>>

Avevo già consultato il testo, e te ne avevo parlato; sono andato a riguardarmelo allorquando mi hai confermato che si trattava del "capitolo 11.2, Salute Materno Infantile", ma ci si può rendere facilmente conto che le affermazioni che tu inserisci fra virgolette, NON sono affatto precedute da alcun riferimento ai consultori familiari, bensì dalla frase: <Di conseguenza, il D.M. 24.4.2000 " Adozione del progetto-obiettivo materno infantile relativo al Piano sanitario nazionale 1998-2000", allo scopo di salvaguardare la donna, la famiglia ed il bambino nelle sue diverse fasi di crescita e fino alla maggiore età e garantire maggiore uniformità dei livelli essenziali di assistenza, indica i seguenti obiettivi generali, che vengono integralmente assunti nel presente Piano sanitario regionale: (…) la necessaria collaborazione agli enti locali, alle autorità giudiziarie e agli istituti scolastici per i problemi connessi al maltrattamento, al disagio, all’abbandono, alla devianza dei minori (…)>
( Si può consultare il testo:
Piano Sanitario Regionale 2002-’04 )
Ne traggo che non è affatto vero che nel Piano Sanitario ’02-’04 vi sia una “definizione” di “consultorio familiare”, che intenderesti affidare a quelle due affermazioni che riporti!
L’unico e solo punto dell’intero Piano Sanitario 2002-04 in cui vengono nominati i consultori è allorquando, in tale medesimo paragrafo 11.2, si afferma:
<nel triennio di vigenza del Piano sanitario regionale, le azioni che principalmente devono essere portate a termine per perseguire i suindicati obiettivi sono le seguenti: (…)- adeguamento delle sedi consultoriali ai requisiti minimi strutturali ed organizzativi individuati dal DPR 14.1.97, razionalizzandone la distribuzione territoriale secondo i criteri individuati dalla L. n.34/96, favorendo una distribuzione che tenga conto delle caratteristiche geo-morfologiche del territorio e dei collegamenti>
Neanche il paragrafo 8.1 del Piano ’02-’04, allorquando si parla di “Organizzazione del Distretto” e dei relativi “sottolivelli assistenziali:” si include l’Assistenza Consultoriale, che invece, a tale riguardo, era presente nell'art. 26 della legge regionale 28 dicembre 1994, n. 36, fra i servizi che eroga il Distretto.

"Nel Piano attuale, manca una definizione dei consultori", dici, ma poi, di fatto, vieni ad esplicitare una serie di punti del Piano che chiamano in causa e valorizzano fortemente i consultori. E riporti: <<Il Piano della salute parla del Consultorio Familiare già al punto 1.2 - La salute delle donne: (…) al punto 1.3.1 - L’abuso, il maltrattamento e la violenza sulle donne e minori, ! (…) al punto 1.3.4 - La popolazione immigrata, (…) punto 1.6 - La rete distrettuale, che il Piano parla più diffusamente del Consultorio Familiare, nel paragrafo intitolato “Rete consultoriale”. (…) punto 2.2.6 - L’Educazione alla Salute, (…) il punto 2.2.7.1 Prevenzione delle malattie cronico degenerative e promozione degli stili di vita salubri (…)Si accenna ai Consultori pure al punto 2.4.1 - La rete dei distretti sociosanitari: articolazione della organizzazione distrettuale: (…) Del Consultorio Familiare si parla pure al punto 2.4.8 - Le prestazioni sanitarie per la popolazione immigrata, (…) all’interno della Riorganizzazione dell’Assistenza Territoriale e, in particolare, al punto 3.1.1 La promozione della salute delle donne in tutte le fasi della vita: Progetto di riorganizzazione della rete consultoriale>>

E più avanti fai presente: < alla fine di questo discorso puntato esclusivamente sulla popolazione femminile il Piano sancisce che «i Consultori Familiari, istituiti da Enti privati ed Associazioni ed autorizzati ai sensi dell’art. 5 della Legge Regionale 30 del 5.9.1977, successivamente alla definizione delle procedure di accreditamento, da realizzare nei termini previsti per l’adozione dei Piani Attuativi Locali, costituiscono parte integrante della rete consultoriale regionale»

Eravamo entrambi presenti al convegno di Bari, sui consultori, pochi giorni or sono, allorquando l’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci, ha definito “un’opportunità storica” quanto a riguardo il Piano fornisce ai consultori di ispirazione cristiana, perché ne permette l’accreditamento per entrare nella "rete regionale dei consultori".
Ritengo che non sia affatto generoso e neanche intellettualmente onesto quel tuo articolo, caro Salvatore. Metti anche sotto accusa il fatto che c’è la propensione ad una visione di genere, verso il femminile, nel Piano attuale; ma non mi dire che una visione di genere, più protesa sul versante maschile, non vi sia da parte della Chiesa Cattolica, e vi sono autorevoli voci interne alla stessa Chiesa a farlo presente! La prevalenza di genere che il Piano contiene non inficia il riferimento essenziale del nome del servizio, basato sul termine “familiare” associato a “consultorio”. Quindi, sotto questo profilo, non puoi pensare che possa svilirsi il riferimento essenziale che questo servizio necessariamente pone nei confronti della famiglia, che già il nome include.

Mi capita di riflettere frequentemente sul fatto che la parola “generosità” ha la radice uguale al verbo “generare”. E per degli operatori che lavorano in servizi di aiuto alla vita, come i consultori familiari, ciò dovrebbe costituire un riferimento imprescindibile. Così la generosità per noi dovrebbe diventare anche un dovere professionale. Spero che per questo valuterai l'opportunità di rivedere quei tuoi giudizi sul Piano della Salute 2008-2010 della nostra Regione , che, pur con taluni limiti che imporranno anche alcune revisioni e miglioramenti (lo ammetteva anche l'Assessore Gentile nel corso di quel convegno a Bari), per le indicazioni contenute, può costituire realmente "un'occasione storica" per tutti i consultori di Puglia.
Cordiali saluti
LP

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